“La moglie del principale”
Così si definiva suor Gabriella, per tutti suor Gabry. Una vita intensa la sua. Sarda di nascita e sempre legata al suo paese di origine, si era sentita attratta dagli insegnamenti di san Vincenzo de Paoli ed era entrata a far parte delle Figlie della Carità esercitando la professione infermieristica presso l’ospedale delle Molinette dove era stata prima infermiera, poi caposala e infine volontaria, dopo una parentesi come missionaria in Ruanda.
Aveva sempre un sorriso per tutti e, soprattutto, era al servizio di tutti con un approccio silenzioso, forte e gioioso al servizio di malati e bisognosi con piena adesione allo spirito vincenziano.
E’ stata definita un “uragano”, un “vulcano” di carità, un “scricciolo dal cuore enorme” sempre in movimento e sempre in servizio. Dal lavoro in ospedale al volontariato presso i poveri della parrocchia di San Luca, dal coordinamento di oltre duecento volontari durante l’esposizione della Sindone per l’assistenza a cura di disabili e ammalati ricoverati al Maria Adelaide al servizio agli ammalati durante i nostri pellegrinaggi a Lourdes.
Ci ha dato un esempio di fede vissuta, di serena operosità e di presenza silenziosa ma efficace. Ci ha mostrato come si può manifestare l’affetto anche senza le parole, ascoltando e condividendo momenti sia di gioia che di sofferenza.
Adesso si è spostata nel suo giardino fiorito in Paradiso e mi pare che ci dica ancora:
“ Il Signore vede. Il Signore sa, stai tranquilla”